Tragedia a Gaza: Siti di Aiuto Uccisi da Attacchi Israeliani mentre la Tregua è in Bilico

A Rafah, nel sud di Gaza, le forze israeliane hanno sparato contro una folla di palestinesi raccolti in un centro di distribuzione di aiuti sostenuto dagli Stati Uniti, causando la morte di almeno 30 persone e il ferimento di altre 120. I civili cercavano assistenza umanitaria in una situazione disperata, ma sono stati invece colpiti dalla violenza.
L’Ufficio Media del Governo di Gaza ha denunciato l’attacco, definendo questi centri come “trappole mortali di massa” e non veri punti di soccorso. Hanno riferito che almeno 39 persone sono state uccise e oltre 220 ferite in luoghi simili nell’arco di pochi giorni, mostrando un modello inquietante.
Le autorità di Gaza accusano Israele di sfruttare gli aiuti umanitari come strumento di guerra, obbligando i civili a radunarsi in aree esposte dove vengono presi di mira. L’Ufficio ha inoltre indicato gli Stati Uniti come complici per il loro sostegno finanziario e politico, condividendo la responsabilità per queste azioni.
I negoziati per una tregua sono bloccati: Hamas ha chiesto modifiche al cessate il fuoco proposto dagli Stati Uniti, chiedendo maggiori garanzie per la protezione dei civili e il libero accesso agli aiuti. Tuttavia, l’inviato speciale americano Steve Witkoff ha definito le richieste “inaccettabili,” aggravando la crisi diplomatica.
L’attacco ai siti di aiuto ha reso le operazioni umanitarie estremamente pericolose, con operatori e civili costretti a rischiare la vita solo per ricevere assistenza. Questi luoghi, una volta considerati sicuri, sono diventati zone di conflitto e paura.
La comunità internazionale chiede un intervento urgente per proteggere i civili e garantire il rispetto dei principi umanitari. Senza un’azione rapida, la crisi a Gaza potrebbe peggiorare ulteriormente, con conseguenze devastanti per la popolazione e la stabilità regionale.
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