Pressioni Internazionali Crescono mentre l’Offensiva Militare Israeliana a Gaza Scatena Allarme Umanitario

Pressioni Internazionali Crescono mentre l’Offensiva Militare Israeliana a Gaza Scatena Allarme Umanitario

L’intensificarsi dell’offensiva militare israeliana a Gaza ha suscitato dure critiche a livello mondiale, mentre il bilancio delle vittime continua a salire rapidamente. I leader di Regno Unito, Francia e Canada hanno minacciato lunedì di imporre sanzioni mirate qualora Israele non fermi l’offensiva e non permetta l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

L’operazione “Carri di Gedeone”, lanciata durante il fine settimana, ha visto le forze israeliane avanzare nel nord e nel sud di Gaza, in seguito a giorni di pesanti bombardamenti aerei. L’attacco è stato avviato poco dopo la partenza del presidente americano Donald Trump dalla regione, senza un accordo di cessate il fuoco o il rilascio degli ostaggi.

Le autorità sanitarie di Gaza hanno riportato la morte di intere famiglie e almeno 400 persone uccise da giovedì, con oltre 1.000 feriti. La situazione sanitaria è critica: l’ultimo ospedale funzionante nel nord della Striscia è stato chiuso e i raid israeliani hanno danneggiato un deposito di forniture mediche nel quartiere di Khan Younis.

L’accesso agli aiuti umanitari rimane fortemente limitato. Nonostante Israele abbia consentito l’ingresso di cinque camion di aiuti attraverso il valico di Kerem Shalom, le Nazioni Unite definiscono questa quantità “una goccia nell’oceano” rispetto alle 500 consegne giornaliere necessarie per evitare la fame.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha riconosciuto che se dovessero emergere immagini di carestia, anche gli alleati più stretti, come gli Stati Uniti, potrebbero ritirare il loro sostegno. Ha sottolineato che l’ingresso di cibo è una misura temporanea, concessa sotto pressione internazionale.

I ministri degli Esteri di 23 paesi, tra cui importanti nazioni europee, hanno chiesto a Israele di garantire un accesso umanitario completo e di permettere alle organizzazioni umanitarie di operare indipendentemente. Hanno condannato il blocco durato più di due mesi, che ha esacerbato la crisi.

La Gaza Humanitarian Foundation, un’organizzazione sostenuta dagli Stati Uniti e approvata da Israele, si occuperà della distribuzione degli aiuti con siti previsti sia nel nord sia nel sud di Gaza. Tuttavia, molte organizzazioni umanitarie restano scettiche, temendo che ciò possa facilitare lo spostamento forzato della popolazione del nord.

Nel frattempo, Israele ribadisce l’intenzione di “prendere il controllo dell’intera Striscia di Gaza” mentre le operazioni militari continuano. I negoziati indiretti tra Hamas e Israele proseguono a Doha, ma il conflitto rimane irrisolto e le conseguenze umanitarie si aggravano giorno dopo giorno.


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