L’UE indaga sui principali siti per adulti per mancata protezione dei minorenni

L’UE indaga sui principali siti per adulti per mancata protezione dei minorenni

La Commissione Europea ha avviato un’indagine su quattro grandi siti per adulti — Pornhub, Stripchat, XNXX e XVideos — accusandoli di non aver adottato misure sufficienti per impedire ai minorenni di accedere a contenuti espliciti. L’indagine rientra nell’applicazione del Digital Services Act (DSA).

Il DSA, entrato in vigore nel 2022, impone alle piattaforme online di implementare efficaci sistemi di verifica dell’età per proteggere i minori da contenuti dannosi. La Commissione sostiene che questi siti non abbiano rispettato tali obblighi, lasciando i giovani esposti a rischi.

Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica e la democrazia digitale della Commissione Europea, ha sottolineato l’importanza di garantire spazi digitali sicuri. I bambini devono poter navigare e interagire online senza incorrere in materiale inappropriato.

La Commissione ha ribadito che le piattaforme devono mettere al centro dei loro servizi i diritti e il benessere dei minori. Devono adottare misure “appropriate e proporzionate” per garantire che i minori siano protetti dall’esposizione a contenuti nocivi.

Nel dicembre 2023, Pornhub, Stripchat e XVideos sono stati inseriti nella lista delle “piattaforme online molto grandi” (VLOP) ai sensi del DSA, soggette a regole più severe in termini di trasparenza, moderazione dei contenuti e verifica dell’età.

Stripchat è stato recentemente rimosso dalla lista VLOP poiché il numero medio di utenti attivi mensili nell’UE è sceso sotto la soglia prevista. Tuttavia, la Commissione ha sottolineato che il sito deve comunque mantenere elevati standard di protezione per i minori.

L’UE sta sviluppando un’app per la verifica dell’età che sarà disponibile quest’estate. L’app permetterà agli utenti di dimostrare di avere più di 18 anni senza rivelare ulteriori informazioni personali, bilanciando sicurezza e privacy.

CNN ha contattato i quattro siti coinvolti per un commento sull’indagine, ma finora non ha ricevuto risposte pubbliche. Resta quindi incerta la posizione delle piattaforme rispetto alle accuse dell’UE e alle possibili azioni future.

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