Chi Ha Diritto all’Italia? Il Voto sulla Cittadinanza Divide le Istituzioni

Chi Ha Diritto all’Italia? Il Voto sulla Cittadinanza Divide le Istituzioni

L’8 e 9 giugno, i cittadini italiani saranno chiamati a esprimersi su una proposta che potrebbe semplificare l’accesso alla cittadinanza. Il referendum mira a dimezzare il tempo di residenza necessario per fare richiesta, da dieci a cinque anni.

Il governo attuale si oppone fermamente alla modifica, e i suoi principali esponenti hanno chiesto agli elettori di astenersi. Considerano il cambiamento potenzialmente pericoloso, temendo un’“apertura incontrollata” a nuovi cittadini.

Secondo Matteo Salvini, la modifica rappresenterebbe una minaccia. In conferenza stampa, ha sostenuto che l’Italia è già il primo paese europeo per concessione di cittadinanza, anche se i dati ufficiali lo smentiscono.

Le statistiche di Eurostat mostrano che, nel 2023, la Spagna ha superato l’Italia nelle concessioni tramite residenza. E tra il 2014 e il 2023, l’Italia è stata prima solo in cinque anni su dieci.

Storicamente, la via più utilizzata per ottenere la cittadinanza è stata quella della discendenza, seguita dalla residenza e dal matrimonio. La recente stretta del governo su questa modalità ha ridotto notevolmente il numero degli aventi diritto.

Secondo le stime, se la proposta venisse approvata, oltre 1,4 milioni di residenti avrebbero immediatamente diritto a fare domanda per la cittadinanza italiana. Tuttavia, ciò non comporterebbe automaticamente un’esplosione di nuove richieste.

Infatti, l’idoneità dipende da numerosi altri fattori che non verrebbero modificati dal referendum. Inoltre, i cambiamenti demografici e legislativi suggeriscono un calo nelle richieste future, non un aumento.

Il dibattito è diventato un simbolo della divisione politica e sociale in Italia. Il voto non riguarda solo la burocrazia, ma una questione fondamentale: cosa significa davvero essere italiani oggi?

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